Il mese di ottobre si presenta puntualmente come un gallo “svegliarino”: ci indica che l’alba di un nuovo giorno sta per sorgere. È un chicchirichì ripetuto che invita quanti sono assopiti nel dormiveglia, a vincere la pigrizia e a scendere dal letto per incominciare un nuovo giorno lavorativo . Eccoci, allora, come cristiani, alle prese con il risveglio. È tempo di rimboccarci le maniche per offrire un contributo personale, prezioso e costruttivo alla nostra vita sociale. Nel mondo della politica, tutti tuonano sicuri dai microfoni, invocando riforme, cambiamenti e rinnovamenti. Poi tutto si ferma lì, come se, per magia, le parole da sole avessero già messo in atto le riforme tanto desiderate. Così uno si sente a posto, sente di aver risposto alle aspirazione dei suoi elettori.
Nel nostro modo di pensare cristiano la logica è diversa: se vuoi una società più buona e più bella, se vuoi relazioni più sane, datti da fare. Il cambiamento incomincia da Te. Qualcuno ha detto: sii tu il cambiamento che vuoi portare, se vuoi che qualcosa cambi, incomincia tu a farla cambiare. Papa Francesco ci offre come “linea-guida” una Parola, presa dal profeta Geremia. Il Signore fa capire a Geremia che c’è bisogno di operai per rendere più fruttuosa la vigna, il campo del mondo. Il Signore si consulta con lui e chiede “chi manderò per questo compito?”. Geremia, che incomincia ad avere lo sguardo di Dio, dice: Signore, eccomi qua, conta su di me. Manda me.
«Eccomi, manda me» (Is 6,8). È la risposta sempre nuova alla domanda del Signore: «Chi manderò?» (ibid.). Questa chiamata proviene dal cuore di Dio, dalla sua misericordia che interpella sia la Chiesa sia l’umanità nell’attuale crisi mondiale. «Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca… ci siamo tutti. Come quei discepoli, che parlano a una sola voce e nell’angoscia dicono: “Siamo perduti” (v. 38), così anche noi ci siamo accorti che non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme» (dal Messaggio di Papa Francesco per la Giornata Missionaria Mondiale 2020).
p. Gianni Piccolboni, Introduzione al servizio speciale su "Il Missionario" di settembre ottobre 2020